La casa dei sogni
- Etienne Carrano
- 30 mar 2018
- Tempo di lettura: 6 min

“Ogni committente che si rivolge all’architetto ha in mente un modello di casa; anzi più modelli di casa, a volte molti modelli diversi di casa contemporaneamente …. insomma una grande confusione. Ognuno attribuisce al momento fatidico in cui si “fa” la casa enorme importanza e di conseguenza investe l’architetto di grandi responsabilità.
E’ una tappa a cui si giunge con sforzo, dopo anni e obbligandosi con mutuo. Ci si arriva dopo numerosi liti con i partner, coinvolgendo spesso le rispettive suocere e con notevoli compromessi rispetto alle ipotesi iniziali. Ma quando, prima o poi, si taglia il traguardo, c’è solo un pensiero che ci riempie la mente: “finalmente tutto cambierà!” In 100 mq abbiamo già pronta la lista della spesa: un ingresso direttamente nel soggiorno, “non come quello della casa di mamma, che immette nel corridoio”. Un soggiorno doppio, con zona living completa di caminetto separata dall’home cinema, una cucina grande, bella luminosa “è il cuore della casa, deve avere l’isola al centro e la parte operativa separata, magari ricavando una piccola dispensa … “mi raccomando un piccolo tavolino per quattro per fare colazione senza sporcare la sala da pranzo”, che deve essere una stanza a parte, separata, con tavolo per otto persone, apribile nelle festività. Adiacente al soggiorno sarebbe opportuno inserire un piccolo studiolo, se possibile”, ed ecco la sfida al professionista che fra le varie capacità deve essere un abile ricavatore di spazi minimi, “sarebbe bello inserire un bagnetto di servizio” … e cosi si continua con le richieste … la zona notte deve essere separata dalla zona giorno, la camera da letto con bagno in camera e pezzo importantissimo, la cabina armadio, il guardaroba tradizionale non si usa più.”
Tratto da “Gli architetti dovrebbero ammazzarli da piccoli! Guida pratica alla ristrutturazione della casa senza prendersi l’ulcera” di Matteo Clemente.
Il processo di elaborazione di un progetto architettonico può essere molto lungo, a seconda delle variabili che esso può avere, e molte volte si devono fare delle scelte per decidere quali sono le priorità a cui non si può rinunciare; e spesso i tempi di maturazione sono necessari … la fretta non aiuta mai in questi casi … né il tecnico né tanto meno il committente.
Il progetto che vi presenterò, a parte la nota spiritosa in apertura, non è stato dato con carta bianca ma con delle richieste molto precise come il suo baget. I committenti, una coppia giovane, sono stati molto chiari sulle loro esigenze, cosi riassunte: impronta moderna, cucina a vista ( per essere sempre in compagnia), una cabina armadio in camera e un secondo bagno più vivibile (“…quella doccia in mezzo ai piedi non la vogliamo più vedere!”.
le lunghe chiacchierate con i committenti sono servite a capire le loro esigenze, chi avevo di fronte e quali scelte dovevo adottare per poter rendere possibili le loro richieste.
Qui, oltre all’abilità di essere creatori di spazi, entra in gioco la poliedricità dell’architetto che oltre ad essere modellatore di spazio è anche psicologo e sociologo. Lo spazio è vissuto dall’uomo e non possiamo pensare che esso non influisca sullo stato d’animo e sulla psiche delle persone che lo fruiscono. Con un segno di matita possiamo decidere della vita delle persone, basti pensare all’urbanistica.
L’appartamento internamente è stato completamente demolito, lasciando in piedi solo piccole porzioni di muri, la distribuzione interna è stata completamente ridisegnata, anche se come schema non ci siamo allontanati da quello originario.
Nel ridisegnare l’interno della casa mi sono preoccupato come cosa iniziale di realizzare un ingresso più sfruttabile e funzionale dal precedente, dando la possibilità di realizzare un’armadiatura su misura per i cappotti e una scarpiera, abbassando il soffitto si è cercato di dare la sensazione di un ambiente più accogliente e si è creata l’occasione per inserire dei faretti in gesso raso soffitto, che troveremo in tutte le stanze diventando filo conduttore di tutta casa.
La cucina rimane a vista, divisa dalla zona pranzo e giorno da una penisola/bancone che dalla parte interna alla cucina accoglie dei mobili base e dall’altra è a sbalzo per creare spazio a degli sgabelli per colazioni e pranzi veloci; la penisola è illuminata sotto al piano come anche il contenitore che si è realizzato sopra di essa, un volume incastrato nella parete inclinata della cucina cosi da creare dei giochi di intersezione tra volumi, contenente dei pensili a vetro con illuminazione interna, e delle parti a giorno.
Il soggiorno è caratterizzato da una doppia parete che nella parte bassa fa da schienale al divano e nella zona alta è bucata, a intervalli, in tutta la sua lunghezza per trasformarsi in mensole, illuminate a led.
Da sfondo alla zona pranzo si è realizzata una quinta, che crea da una parte l’ingresso allo studio e dall’altra parte alla zona notte.
L’accesso alla zona notte è stato modificato filtrandolo maggiormente con una zona di passaggio caratterizzata da una parte, da una libreria a giorno su misura che divide il passaggio allo studio ma che lascia comunque passare lo sguardo, e dall’altra parte da un’armadiatura su misura che servirà la zona notte e i bagni.
Nella camera da letto principale è stata inserita la cabina armadio. La metratura adoperata è pressappoco l’originaria, è stata ridisegnata dando i giusti pesi agli spazi, lasciando al minimo gli spazi connettivi, senza lasciare spazi di risulta inutilizzabili, rendendo cosi anche più confortevole e raccolto l’ambiente letto. La cabina armadio apre con doppia anta a scrigno, di vetro fumé riflettente, giocando con la luce abbiamo l’effetto riflettente che si alterna al trasparente.
Il bagno di servizio, è stato completamente ripensato. Il problema più grave che presentava prima dell’intervento era quello di essere troppo stretto e lungo, infatti la cosa più fastidiosa era di avere la doccia in mezzo al bagno che tra l’altro lasciava poco spazio per il passaggio. Il progetto prevede una rotazione della parete più lunga (la stessa rotazione che troviamo nella parete della cucina e in quella del corridoio) per poter allargare il bagno per avere quella misura idonea per alloggiare doccia e porta sulla stessa parete. Inoltre cosi facendo si è potuto concentrare il bagno in quasi la metà della lunghezza dell’originario, dedicando l’altra porzione alla lavanderia.
L’ultima porta in vetro che si è usata oltre a quella della cabina armadio, è quella che divide la lavanderia dal bagno, cosi facendo il vetro satinato lascia passare la luce nella lavanderia ma scherma il bagno, cosi da poter usare nello stesso tempo i due servizi senza usare la luce artificiale.
Le altre porte sono tutte bianche laccate lucide con mostre in alluminio, altamente di design.
Il bagno padronale non è stato cambiato radicalmente, si è avuta la cura di spostare la porta che apriva davanti al mobile del bagno, per avere la parete completamente libera di essere attrezzata da un mobile su due livelli e uno specchio che copre tutta la sua lunghezza. Inoltre si è eliminata la vasca per avere una doccia su misura con piatto in basaltina di dimensioni notevoli.
Questo è stato possibile ruotando una parete del corridoio, che oltre a creare lo spazio per posizionare la nuova porta ha creato una falsa prospettiva allungando gli spazi.
I materiali usati sono pochi e tutti di colori basici e neutri dal grigio al tortora, il tema della ristrutturazione è stato quello di avere una base neutra per poi giocare con arredo e complementi.
Il pavimento è grigio cemento di formato 60x60 con fughe ridotte, il rivestimento dei bagni è ridotto al minimo, nel bagno di servizio si è voluto realizzare qualcosa di più spiritoso usando delle maioliche disegnate, mentre nel bagno principale si è voluto confermare quel tono sobrio ma molto elegante che c’è in tutta la casa, utilizzando dei formati molto grandi per ridurre al minimo le fughe.
Anche la pittura usata è di colori neutri, infatti la base di tutta casa è un bianco con una punta di giallo che lo rende caldo, mentre si è usato un colore più forte solo per alcune pareti e per qualche elemento, per mettere in risalto alcune situazioni, come il mobilio.
Molta cura è stata data allo studio dell’illuminotecnica, nel soggiorno, in camera da letto e nello studio, si sono realizzati dei controsoffitti con delle lame di luce, realizzate facendo terminare il controsoffitto circa 5 cm prima dal muro, lasciando tra soffitto e parete un vuoto, dove inserire delle lampade. L’effetto è molto scenografico e inoltre crea una luce soffusa indiretta molto piacevole facendo sembrare i soffitti molto leggeri e “sospesi”. Per la luce più diretta si sono inseriti come già detto dei faretti in gesso raso soffitto, anche questi sono stati posizionati, per dare illuminazione dove necessario, e per illuminare zone con valenze scenografiche, non si è voluta creare la classica maglia di faretti o i classici allineamenti, e anche dove è stato necessario allinearli per questioni tecniche si è trovato il modo di rendere la cosa meno ovvia.
L’illuminazione è una delle cose che differenzia una casa da un’altra, progettare un buon impianto d’illuminazione con la bivalenza di avere gli opportuni lux ma anche l’effetto scenico, proprio della luce, non è cosa facile e soprattutto economica.
Ringrazio i committenti G. e F. della piena fiducia data e del loro coraggio.

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