L'inquinamento indoor
- Etienne Carrano
- 30 mar 2018
- Tempo di lettura: 7 min

Con l’arrivo della bella stagione, si risveglia la voglia di rinnovare le nostre abitazioni, che si tratti di una rinfrescata alle pareti o che sia una ristrutturazione più importante, l’attenzione deve essere focalizzata sui materiali che si utilizzano.
Con inquinamento dell’aria indoor s’intende l’inquinamento che interessa l’aria degli ambienti confinati, cioè quella presente in quei luoghi all’interno dei quali si svolgono attività umane sia di lavoro sia conviviali, di svago o di riposo.
Per la maggior parte, gli inquinanti presenti negli ambienti confinati sono gli stessi presenti all’esterno dato che penetrano negli edifici per infiltrazione o per l’aerazione. Comunque capita di frequente che alcuni inquinanti indoor siano presenti a concentrazioni maggiori di quelle ambientali, perché possono provenire direttamente anche da sorgenti interne all’edificio o addirittura dal terreno sottostante. I valori più elevati in ambiente indoor sono dovuti al fatto che gli inquinanti si liberano in spazi circoscritti, spesso relativamente ristretti e con uno scarso ricambio d’aria con l’esterno, per cui generalmente tendono ad accumularsi.
L’inquinamento indoor viene frequentemente sottovalutato per fattori di natura culturale, psicologica o storica.
In realtà, in questi luoghi l’esposizione a inquinanti di varia natura può essere addirittura superiore a quella riguardante gli inquinanti in ambiente esterno o industriale.
Il problema dell’inquinamento indoor è emerso nel corso di questi ultimi anni: parallelamente al crescente desiderio di migliorare la qualità della vita in senso lato, ci si è posto il problema di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti confinati, anche considerando che oramai le persone occidentali vi trascorrono circa il 90% del proprio tempo.
Gli inquinanti dell’aria indoor possono presentarsi sottoforma di gas e vapori o di particolato: polveri, pollini, allergeni animali, amianto, fibre di vetro, particolato da combustione, spore fungine, ecc.
Sulla base della loro natura, la concentrazione degli inquinanti indoor può variare nel tempo; a tal proposito riveste una notevole importanza non solo il tasso con cui gli inquinanti sono immessi nei luoghi confinati e lo scambio dell’aria con l’ambiente esterno, ma anche la loro velocità di reazione con le varie sostanze chimiche presenti o con le superfici con cui vengono a contatto. Nel caso dei microrganismi, la concentrazione varia sulla base di fattori logicamente più complessi, e in condizioni ambientali adatte la loro crescita può avvenire anche esponenzialmente. I principali inquinanti degli ambienti confinati possono cosi riassumersi:
gas da combustione, come ad esempio il gas dei fornelli o dello scaldabagno, origina sempre vapor d’acqua, anidride carbonica (CO2) e vari sottoprodotti, poiché la combustione non è mai perfetta. Gli inquinanti generati come sottoprodotti sono in definitiva quelli più pericolosi e sono sostanzialmente il monossido di carbonio (CO), il biossido di zolfo (SO2), vari composti organici volatili e il monossido di azoto (NO), che dà origine al più pericoloso biossido di azoto (NO2), all’ozono e ad altri derivati idrocarburici per mezzo di reazioni complesse.
Premesso che la presenza di questi sottoprodotti inquinanti può essere dovuta anche a un’immissione dall’ambiente esterno, generalmente la loro alta concentrazione è dovuta al fatto che le fonti si trovano in ambienti non sufficientemente aerati oppure perché si utilizzano dispositivi ed impianti difettosi o con scarsa aerazione della fiamma. Di volta in volta il problema può essere ricondotto alla presenza di stufe, elettrodomestici a gas, caminetti, scaldabagno, ecc.
La riduzione delle emissioni si può ottenere con la pulizia o la riparazione dei dispositivi mal funzionanti o particolarmente inquinanti; in certi casi anche con la loro sostituzione con altri prodotti nuovi o più ecologici. Un’ottima soluzione è anche quella che prevede l’eliminazione dello scarico diretto nell’ambiente indoor; in questo modo si rimuove del tutto la fonte inquinante. Fumo di tabacco: La presenza di fumatori all’interno o nei pressi di un ambiente confinato comporta inevitabilmente l’insorgenza di un inquinamento indoor. Conosciamo tutti gli effetti del fumo, l’esposizione al fumo di tabacco ambientale può essere sostanzialmente abbattuta vietando il fumo nelle aree che possono dar luogo a contaminazione indoor, magari obbligando i fumatori a permanere in ambienti con una loro ventilazione separata. Da notare che un aumento della ventilazione può solo far diminuire l’odore del fumo, a tutti gli effetti i rischi per la salute possono essere abbattuti completamente solo con la sua eliminazione totale.
Il termine composti organici volatili (COV, o anche VOC) è quanto mai generico e sta ad indicare tutta una serie di composti chimici a base di carbonio che si trovano sottoforma di vapore o in forma liquida, ma in grado di evaporare facilmente a temperatura e pressione ambiente. In questa categoria rientrano alcoli, idrocarburi alifatici (come il metano), idrocarburi aromatici (ad es. il benzene), aldeidi (come la formaldeide), chetoni, esteri, idrocarburi alogenati (ad es. il cloroformio), e vari altri. Solitamente la loro presenza è facilmente percepibile per il caratteristico odore che emanano anche a bassa concentrazione.
Data la grande varietà di questi composti, si può ben capire che i loro effetti sulla salute spaziano enormemente a seconda del tipo di sostanza inquinante, della sua concentrazione nell’aria e della suscettibilità degli esposti. Negli ambienti indoor i composti organici volatili sono sempre presenti in quanto possono essere emessi da una gran quantità di prodotti: vernici, colle, mobili, tessuti, stampanti, prodotti di pulizia, fumo di tabacco, insetticidi, materiali da costruzione, ecc. Si consiglia di utilizzare sempre materiali naturali, che non spigionino nel tempo sostanze pericolose.
Per abbattere la concentrazione dei VOC presenti negli ambienti confinati bisogna essenzialmente eliminarne le fonti principali, inoltre è sempre opportuno utilizzare prodotti e materiali con un basso contenuto di composti organici volatili. Nei limiti del possibile, si dovrebbero anche favorire la ventilazione e la frequente aerazione delle stanze, soprattutto se si stanno facendo le pulizie con prodotti che li contengono.
La formaldeide è un composto organico volatile che a temperatura ambiente si presenta come un gas incolore e dall’odore pungente. Può essere presente sia in ambiente indoor che all’esterno, quasi sempre a minore concentrazione.
La formaldeide è da molti anni ampiamente utilizzata nella produzione di materiali per l’edilizia, mobili, prodotti per la pulizia, colle, vernici, disinfettanti, plastiche, coloranti, imballaggi, ecc.; può essere presente anche nell’abbigliamento e nella tappezzeria, in quanto viene spesso utilizzata nei trattamenti di stampa dei tessuti. Da tutto questo, si può facilmente capire il gran numero di materiali che in tempi più o meno lunghi liberano nell’aria la formaldeide che contengono.
L’amianto, è una fibra minerale che è stata per lungo tempo utilizzata in edilizia come isolante e ritardante di fiamma. Per le sue caratteristiche è stata anche impiegata per realizzare una grande quantità di materiali di largo consumo in molti altri campi, per cui ora l’amianto si può trovare praticamente ovunque. Purtroppo si è appurato scientificamente che l’amianto è cancerogeno per l’uomo, per cui ne è stata vietata l’estrazione, la lavorazione ed anche il suo commercio. Da vari anni si sta cercando di limitarne la presenza nell’ambiente tramite la sua rimozione ed il suo stoccaggio in depositi dedicati, ma la cosa è estremamente ardua da realizzare in quanto questo materiale risulta estremamente diffuso ancora oggi.
In ambiente indoor l’amianto risulta ancora presente nelle vecchie case soprattutto come materiale di rivestimento ed insonorizzazione e sottoforma di pannelli isolanti. Di per sé non è pericoloso se non rilascia fibre nell’aria, ma dopo molti anni è quasi inevitabile che molti dei materiali in amianto tendano a sgretolarsi e a disperdere fibre.
Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore ed insapore, si diffonde rapidamente nell’ambiente senza combinarsi con altri elementi per formare dei composti. Il Radon è un cancerogeno riconosciuto.
Il radon è comunque un inquinante ubiquitario, in quanto si libera dal suolo e vi è sempre una certa sua concentrazione di fondo all’aperto; per questo motivo, la sua concentrazione non può essere mai portata ad un valore pari a zero.
In caso di rilevante inquinamento indoor da radon, bisogna essenzialmente agire limitando l’apporto delle sue fonti e quindi è spesso necessario: sigillare le crepe vicino alle fondamenta; impermeabilizzare il terreno dello scantinato se è in terra battuta; sigillare le aperture attorno alle tubazioni o ai cavi elettrici ed anche i punti di contatto tra il pavimento e i muri; creare eventualmente delle bocche di lupo per far fluire l’aria contaminata della cantina verso l’esterno. Un altro utile accorgimento per limitare la presenza indoor del radon, consiste nel non utilizzare materiali da costruzione che lo disperdono nell’aria, come ad es. il tufo; è stato chiaramente dimostrato che gli edifici costruiti in tufo sono generalmente anche quelli più inquinati.
I contaminanti biologici indoor rappresentano un’importante ed eterogenea categoria di inquinanti, tutti di origine biologica. Fra di essi vi sono virus, batteri, pollini, muffe, acari ed allergeni vari (come ad es. i residui degli organismi, le feci degli acari, i residui di pelle, la saliva, la forfora e l’urina degli animali domestici, ecc.).
Negli ambienti confinati, le fonti di questi inquinanti sono estremamente numerose e sono rappresentate essenzialmente dalla polvere, dagli occupanti degli spazi indoor (uomini, animali, funghi o vegetali che siano) e dagli impianti e dalle strutture degli edifici. Parte degli inquinanti biologici può comunque provenire anche dall’ambiente esterno, fatto che si verifica specialmente nel caso dei pollini.
La riduzione dell’esposizione a questi contaminanti si può realizzare attuando tutta una serie di interventi di prevenzione e di protezione. Innanzitutto bisogna mantenere gli edifici puliti: la pulizia regolare e sistematica permette di eliminare o almeno di ridurre efficacemente la presenza della stragrande maggioranza degli inquinanti biologici.
Allo stesso modo è estremamente importante ventilare ed arieggiare gli interni per prevenire nei limiti del possibile il ristagno degli inquinanti ed anche l’aumento dell’umidità, che ad alti livelli crea un habitat estremamente favorevole per lo sviluppo dei microrganismi. A questo proposito è opportuno sottolineare che si dovrebbe mantenere il livello dell’umidità sotto il 50% per prevenire la condensazione del vapor d’acqua sulle superfici. Se non è possibile aprire le finestre, eventualmente si dovrebbero installare delle ventole nei bagni e in cucina per far fuoriuscire l’umidità e l’aria ricca di contaminanti organici evaporati dall’acqua calda utilizzata nei lavelli, nelle pentole, nella vasca e nella doccia.
E’ inoltre opportuno: mantenere asciutti e puliti i tappeti, i mobili e le superfici; evitare l’installazione della moquette; pulire frequentemente tutti quegli apparecchi che agiscono sul trattamento dell’aria, come gli umidificatori e i climatizzatori; far asciugare all’aperto i vestiti lavati; evitare la presenza di animali domestici nell’ambiente indoor, soprattutto nel caso in cui si soffra di allergie; evitare il sovraffollamento dei locali; utilizzare dei dispositivi per purificare l’aria nei casi in cui non si possa o non si voglia attuare delle soluzioni troppo drastiche.
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