Il colore e le forme nell'Architettura
- Etienne Carrano
- 29 mar 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Osservando una tavolozza di colori, si hanno, solitamente, due risultati: un effetto puramente fisico e un effetto psicologico. Si è infatti subito affascinati dalla bellezza e dalle qualità dei colori, provando ad esempio un senso di appagamento, di gioia, lo sguardo e quindi l’occhio vengono “stuzzicati” come il palato lo è con un cibo dolce o piccante. Sono queste tutte sensazioni fisiche, che come tali durano poco, soprattutto a chi è poco sensibile; quando invece la sensazione fisica è profonda e l’impressione superficiale del colore diventa esperienza avremo ottenuto un effetto psicologico. L’occhio è attratto dai colori chiari e da quelli caldi, il rosso attrae, eccita come una fiamma, il giallo-limone può disturbare l’occhio come un suono stridulo può infastidire l’orecchio, l’occhio diventa irrequieto, non riesce a fissarlo e ricerca, nel blu o nel verde, profondità e riposo.
Non sappiamo se le sensazioni fisiche quando diventano psicologiche lo siano per delle conseguenti associazioni mentali. Il rosso, ad esempio, essendo il colore della fiamma, potrebbe provocare un’emozione mentale simile al fuoco o al sangue e allo stesso modo potremmo spiegare con l’associazione mentale anche altri effetti fisici del colore, quelli che agiscono non solo sulla vista, ma anche su altri sensi. Il giallo chiaro, ad esempio, per associazione con il limone potrebbe provocare la sensazione di acido. La vista è collegata agli altri sensi.
Per dare al colore un senso di finito lo si deve associare ad una forma, altrimenti resterebbe infinito. La forma anche se astratta, ha un senso di compiutezza. Se si fa un’associazione tra le forme geometriche semplici e i colori si nota che certi colori sono potenziati da certe forme e indeboliti da altre. Per esempio basti pensare ad un triangolo rosso e un triangolo blu, possono dare sensazioni del tutto diverse.
E’ facile intuire, come il colore e le forme che ci circondano siano importanti per il nostro stato psicofisico. C’è una stretta correlazione tra lo spazio in cui viviamo e noi stessi, ecco perché un ambiente può darci sensazioni positive o negative. Lo stesso avviene vivendo gli spazi caratterizzati dai materiali che a loro volta rappresentano un colore. Un pavimento in parquet, un rivestimento in ceramica o una parete in resina possono trasmetterci sensazioni del tutto diverse tra loro, a seconda appunto del colore in cui sono stati realizzati. Uno spazio con un pavimento in parquet, ad esempio di colore rovere, riporta certamente al nostro sguardo un senso di “calore”, così come invece potremmo ottenere l’effetto opposto posando in un ambiente una maiolica dai colori più freddi. Nei rivestimenti, sia a pavimento che a parete, anche le dimensioni dei materiali possono generare sensazioni diverse date dalla posa in opera e dalle fughe che ne derivano; ecco perché un rivestimento, di qualsiasi colore, in resina, riesce a trasportare lo sguardo in varie direzioni indistintamente; non ci sono fughe a disturbare o distrarre, si allarga cosi la visuale facendoci percepire gli spazi più grandi. Esistono molti “trucchi” per “trasformare” e “camuffare” un ambiente, per renderlo più piacevole e confortevole.
Ultima cosa ma non meno importante è lo studio della luce, che influisce sia sul colore sia sulla forma, rendendo un colore più chiaro o più scuro e quindi di conseguenza un ambiente più ampio o più piccolo. Inutile dire quanto sia importante la luce naturale, ma non meno importante è la luce artificiale, che può creare molti effetti suggestivi e armonizzare nel complesso un ambiente. È chiaro che su ognuno di questi temi, colore, forme, materiali e luce, ci si potrebbe scrivere un trattato, ma qui si vuole solo sottolineare la loro importanza e la loro stretta correlazione con noi stessi, noi viviamo l’architettura e se questa ci può aiutare a vivere meglio allora abbiamo ottenuto un buon risultato.
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